Campagnatico la sua storia la sua cultura
Da un piccolo scrigno pieno di storia, dove in perfetta armonia si mischiano torrioni e case, archi e scalinate di rara e antica bellezza, fuoriescono i campanili e le torri merlate del castello che, dall'alto, vigilano sui tetti rossi di tegole e sui terrazzi affacciati sulla valle dell'Ombrone e fino al mare, che brilla nei giorni tesi di tramontana e fa sentire in estate la fresca e odorosa brezza di pineta.
Campagnatico si erge sul colle più alto, circondato a scese di olivi e macchie di querce, e piccoli spicchi di muro fanno capolino tra le frastagliate colline e si lasciano intravedere da chilometri, per stuzzicare la curiosità e stupire quando il borgo si rileva di botto nell'incertezza delle mura.
E se il visitatore resta colpito dalle audaci arcate e dalle facciate di antichi palazzi e chiese, è all'interno degli edifici che si custodiscono e si fanno ammirare i gioielli più preziosi. Grandi e meravigliosi affreschi del dodicesimo e tredicesimo secolo, di artisti famosi di scuola senese, adorano l'abside del Santuario di Santissima Maria Delle Grazie all'ingresso del paese; della piccola antichissima chiesa all'interno delle mura, adiacente alla piazza e oggi adibita a sala conferenze, e dalla basilica di S. Giovanni Battista nella parte piu alta del borgo.
Campagnatico si erge dal colle più alto da almeno mille anni, lo testimoniano anche citazioni illustri, come quella di Dante Alighieri nel canto undici del Purgatorio, ed i resti di epoca Romana della Pieve Vecchia, a poche centinaia di metri dal paese.Dai terrazzi impertinenti e dalla passeggiata rivolta verso levante, fra scese di olivi e vigneti, nei giorni tersi di tramontana, il mare si lascia intravedere tra le alte scogliere del parco dell'Uccellina e fino al promontorio dell'Argentario, mitigano con la sua fresca e odorosa brezza di pineta, la prorompente estate Maremmana, mentre, verso nord s'imbiancano le pendici del Monte Amiata.
Dal territorio del Comune di Campagnatico si può facilmente spaziare su tutto il territorio della Maremma, Terme, Mare, Montagna e zone di rilevanza storica, si possono raggiungere facilmente, la Maremma racchiude un territorio vasto e di grande interesse storico, e Campagnatico può essere considerato il cuore della Maremma, il centro da cui partire per escursioni sia di interesse storico che naturalistico.
Campagnatico appartiene ai conti Aldobrandeschi dall'anno 973 fino alla metà circa deltredicesimo secolo, quando la Repubblica di Siena avviò il processo di assoggettamento di questo castello insediandovi nel 1249 un ufficiale cittadino ed una guardia della torre. Allo stesso periodo risale l'assassinio di Umberto Aldobrandeschi, riferito da dante nel canto undicesimo del Purgatorio (versetti 52-72)
All'autorità senese si contrappone il dominio dei Tolomei e dei Visconti di Campiglia. A Deo Tolomei venne assegnato nel 1274 il possesso del Comune di Siena per 20 mila lire dalla vedova di Deo. Tra il 1296 e il 1299 vennero acquistati da Siena anche i rimanenti 8/30 del castello rimasti ai Visconti.
Nel 1317, Siena cedette il dominio di Campagnatico all'Ospedale di Santa Maria della Scala a garanzia di un prestito riscattato poi nel 1339. Nel 1363, il castello fu danneggiato dalla compagnia di ventura del Cappelletto.
All'inizio dell'abitato, in via del Convento è la chiesa della misericordia già Pieve di Santa Maria delle Grazie con convento annesso. L'edificio, attuale chiuso, si trova in accentuato stato di degrado. Già nell'anno mille esisteva sul luogo una cella, una cappella a servizio di una comunità monastica; essa fu inglobata nella zona abissale dell'edificio attuale durante la trasformazione avvenuta alla fine del XVI secolo, che consiste nella realizzazione di un edificio, più ampio, a croce latina.
Verso la fine del diciottesimo secolo, la chiesa, che era in stato di degrado, venne restaurata da G. Monti da Campagnatico, con la sostituzione del tetto a capriate, la costruzione di un arco di sostegno, l'apertura delle finestre rettangolari sulla facciata e l'esecuzione delle decorazioni a stucco all'interno. Nel 1806, fu aperto il portale laterale d'ingresso e l'anno successivo fu realizzato l'altare maggiore da Pietro Cremoni. Suoi sono anche l'organo, il pulpito e il coro di gusto neoclassico.
Ulteriori interventi di restauro furono eseguiti all'inizio del novecento con il consolidamento delle murature esterne mediante tiranti. L'edificio a pianta a croce latina presenta un'unica navata coperta a capannina con travi di legno, presbiterio rialzato e abside fiancheggiata da cappelle coperte con volte in mattoni. Entrando a destra si nota un'acquasantiera a fusto di manifattura toscana data 1578, che reca lo stemma del comune di Campagnatico. Nell'altare a destra è visibile un'annunciazione con l'Eterno Padre fra Santa Agnese e San Bartolomeo; l'opera è riferibile a Domenico Monti, pittore senese del primo ottocento e un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino fra i Santi Agostino, Caterina da Siena e Francesco, di scuola senese della prima metà del diciassettesimo secolo. Nell'abside si trovano le impronte del ciclo pittorico di Cristoforo di Bondoccio e Meo di Pero, restauro e provvisoriamente collocato nella chiesa di San Giovanni Battista. Addossato sul lato sinistro della chiesa era il convento ora in stato di abbandono. Si tratta di un edificio a pianta articolata quadrangolare in pietra con alcuni risarcimenti in mattoni caratterizzato da un muro a scarpa e da un portale d'accesso ad arco a tutto sesto in conci di pietra